In un garage piuttosto angusto e saturo di un'umidità che si infiltrava fin dentro al midollo, più o meno in questo periodo dell'ormai lontano 2012, componevamo "Lost Generation" dando così il via alla scrittura del nostro primo album, che avrebbe di lì a poco preso la forma di un concept. Ricordo ancora che l'intero processo durò all'incirca una decina di giorni. Le canzoni venivano fuori spontanee, fluide, istintive. Senza dubbio fu un periodo di forte creatività , non raro nella mia vita, ma nuovo se non altro perché condiviso con altre persone. Questo brano è stato il primo, il primo in assoluto composto insieme dalla band che prese poi il nome di Platinum.
I Platinum si sono formati con l'intento di dare una forma concreta alla nostra musica. Nati come un trio, abbiamo ben presto subito numerose modifiche e dovuto affrontare molteplici, estenuanti e continue difficoltà . E quello che era iniziato come un progetto artistico di piacere, stima e gioia reciproca, si è lentamente tramutato in un fardello, una palude che ha inghiottito molto più che i nostri sogni. (Ironicamente il concept del disco è incentrato proprio sui sogni).
Sicuramente troppo immaturi per poter pensare di gestire situazioni così complesse da soli e complice la crisi generale nella quale la musica riversa da ormai troppo tempo, la band ha finito per arenarsi quasi del tutto. Probabilmente il progetto era troppo pretenzioso per le nostre capacità e risorse di allora.
Personalmente ho perso moltissimo, più di quello che voglia ammettere. E non mi riferisco solo all'aspetto strettamente musicale. Ma d'altronde è il rischio che si corre nel darsi troppo. Ho, però, anche imparato davvero tanto, scoprendo volti nuovi della mia persona, superando limiti che credevo invalicabili e affrontando parti oscure e recondite della mia psiche.
Il disco è stato interamente auto-prodotto, registrato e mixato per la maggior parte in quel famoso garage con mezzi che non stento a definire di fortuna. Tutto sommato non male come mia prima esperienza da tecnico del suono. Ma non è nato sotto una buona stella. Ricordo, ad esempio, che poco prima dell'inizio delle registrazioni venimmo abbandonati dal batterista. Oppure che durante le fasi del primo mixaggio, l'hard-disk contenente tutti i dati decise di passare a miglior vita, costringendoci a registrare nuovamente da capo moltissime parti. Molto spesso siamo dovuti scendere a compromessi, principalmente perché i mezzi a disposizione non erano oggettivamente adeguati ad una produzione del genere. Per questi motivi nel corso degli anni il disco ha subito una serie di "restyling" (credo di averlo mixato almeno tre volte), e non è ancora stato pubblicato ufficialmente.
Queste poche righe non vogliono certo essere di autocommiserazione. Ne tanto meno sono una presa di distanza dai Platinum, che considero ancora una mia creatura e la mia band. Al contrario, sono delle spiegazioni che sentivo di dover dare a quelli di voi che ancora oggi mi chiedono curiosi notizie riguardanti la band ed il disco.
Non so dirvi se questo lavoro verrà prima o poi pubblicato davvero. Così come non so dirvi quale sarà il futuro della band. Ma ho piacere di condividere con voi questo brano, che nel bene o nel male è una parte di me, di quello che sono stato, di quello che sono e di quello che sarò.
Concludo queste righe alquanto prolisse prendendo in prestito gli ultimi versi di quella che a mio giudizio è una delle più intense ed intime poesie di Charles Bukowski. Queste parole le trovo assolutamente vere ed adatte a questo momento.
Fabricio, 11-12-2018
Nel mio cuore c’è un uccello azzurro che vuole uscire,
ma sono troppo furbo, lo faccio uscire solo di notte, qualche volta, quando tutti dormono. Gli dico: lo so che ci sei, non essere triste poi lo rimetto a posto,
ma lui lì dentro un pochino canta,
non lo faccio morire del tutto, e dormiamo insieme così col nostro patto segreto, ed è così grazioso da far piangere un uomo, ma io non piango, e voi?